Addio ad Alan Wurzburger, Napoli piange lo chansonnier irriverente
Se n’è andato questa notte, all’età di 67 anni, il cantautore Alan Wurzburger, un simbolo della Napoli underground. Infatti, oltre a portare in giro la sua musica per i vari locali della città, per anni era stato egli stesso titolare di due di questi: prima aveva aperto e lanciato Buco pertuso, ancora oggi meta della movida del centro storico; poi, chiusa quell’esperienza, si era trasferito a piazza Santa Maria La Nova, dove aveva dato vita a un altro punto di riferimento per il popolo della notte, quell’Aret’’a palma che purtroppo oggi non esiste più.
In seguito, nei primi anni ’10, esausto della vita di città, lui che da molto tempo aveva abbracciato il buddhismo, si era trasferito in Puglia per gestire un agriturismo. Ma da circa sei anni era tornato a Napoli per riprendere l’attività di cantautore e inseguire i vecchi sogni.
Alan Wurzburger aveva preferito i sogni al successo
Perché Alan Wurzburger la musica ce l’aveva nel sangue, ma non cercava la fama a tutti i costi. Lui che era cresciuto con gente del calibro di Pino Daniele, Enzo Avitabile e Enzo Gragnaniello, mentre loro si apprestavano a fare la storia della musica nazionale e internazionale, lui aveva preferito girare il mondo.
«All’epoca ero troppo timido per stare su un palco e poi mi piaceva viaggiare. I viaggi sono stati un’occasione di crescita, ma anche la mia rovina: ho provato le droghe, ho conosciuto il carcere, ho sofferto di depressione – mi aveva confidato in un’intervista che mi concesse nel 2016 –. Perciò sono arrivato tardi a fare il musicista di professione e sono stato anche piuttosto incostante, ma non me ne pento. Non mi sono mai fatto prendere dalla febbre del successo. Per me la musica è come l’aria, ma non si vive di sola aria e nella vita ho voluto fare anche altro».
Il primo disco quasi a 40 anni
E, infatti, il suo primo disco era arrivato solo nel 1994, quando Alan Wurzburger aveva già compiuto 39 anni. Un album condito di passione, rabbia e ironia, che riportava in copertina solo il suo nome e affondava le sue radici nella migliore tradizione musicale partenopea, allungando lo sguardo al cantautorato italiano e francese. Un disco portato in giro da Alan anche con discreto successo, soprattutto oltralpe, ma che non è stato un punto di svolta nella sua carriera artistica.
«”Carriera”, che brutta parola – mi ammonì quella volta –. La verità è che a me del successo non fregava nulla, io volevo suonare senza avere il cappio alla gola dei soldi che non bastavano. E quando ho capito che la musica non mi avrebbe fatto mangiare, mi sono messo ad aprire locali. Era un lavoro che mi consentiva di restare nell’ambito della musica, che era ciò che desideravo. Poi, con gli anni è cambiato tutto: sono arrivate le nuove generazioni, un pubblico che aveva altri gusti, andava dietro le mode e non capiva certe atmosfere, mentre la musica è diventata un prodotto usa-e-getta».
L’ultimo sogno di Alan Wurzburger
Così, se n’era andato in Puglia a gestire un agriturismo. Ma poi era tornato nella sua Napoli con la voglia di far ascoltare ancora le sue canzoni sincere e irriverenti; brani pieni di passione e vitalità. E quella sua voce ruvida, che ti scavava dentro e finiva inevitabilmente per emozionarti.
«Credo di meritare qualcosa di più dalla vita di artista – aveva sostenuto alla fine di quell’intervista –. E il mio sogno è trovare il manager giusto che abbia la capacità di farmi uscire dall’ombra. Ho ancora tanto da dire e so che c’è tanta gente che si emoziona quando mi ascolta. E questo per me rimane ancora una grande cosa».
Negli ultimi tempi, poi, aveva avviato una raccolta fondi sulla piattaforma Produzioni dal Basso per realizzare un docufilm sulla sua vita. A cura del regista Luca Lanzano, Il racconto di un ignorante – Vita e musica di Alan Wurzburger “non vuole essere solo un omaggio al cantautore di cui narra la storia, ma è prima di tutto un film intimo, di relazione, che indaga i temi della solitudine e della rinascita dietro i cambiamenti di un uomo in bilico tra il perseguire la propria libertà e l’affrancarsi come uomo e artista”, si legge sulla pagina dedicata al progetto.
Purtroppo, dei 10mila euro che servono per realizzare il film, ne sono stati donati solo 940. E restano appena due mesi per chiudere la raccolta. La speranza è che, ora che Alan non c’è più, qualche produttore faccia suo il progetto dello chansonnier napoletano, realizzando il suo ultimo sogno.
Aggiornamento
La commemorazione di Giovanni Alan Wurzburger si terrà mercoledì 15 Febbraio 2023, ore 16, nel Complesso Monumentale di San Severo al Pendino in piazza Filangieri (Museo), Napoli (vicino stazione metropolitana Duomo).
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