Aemorragia, al Nostos una rivisitazione del Calderòn di Pasolini
Sabato 27 maggio alle 21 e domenica 28 maggio alle 19, il Nostos Teatro ha portato in scena Aemorragia, uno spettacolo intenso e coinvolgente liberamente tratto dal Calderòn di Pier Paolo Pasolini. Guidati dalla regia di Dimitri Tetta, fondatore e direttore artistico del Nostos Teatro, due cast diversi si sono alternati sul palco per raccontare questa storia avvincente.
Il titolo stesso, Aemorragia, è un gioco di parole che unisce “Amor-” ed “Emo-“, radice di “emozionale”, riferendosi al sangue. Nello spettacolo, si cerca di rompere l’amore, rompere l’emozione, come spiega lo stesso Tetta. La protagonista, Rosaura, si trova ad affrontare tre amori impossibili, portandola alla follia o a ciò che apparentemente sembra follia. Le personalità che la circondano devono cercare di riportarla alla ragione, alla normalità, ma chi decide cosa è considerato normale? E per chi si è considerato normale? La risoluzione di questo enigma è unica: indicare a Rosaura la strada per “riportarla nel mondo”.
Lo spettacolo vede in scena un talentuoso cast composto da Adelaide Baldini; Teresa Barbato; Mattia D’Angelo; Mariarita De Lucia; Luigi Di Biase; Elisa Ferrara; Gaetano Ferrara; Marika Frongillo; Maria Francesca Iannicelli; Ilenia Lisbino; Federica Palmente; Antimo Puca; Mariano Scuotri; Antonella Tranchino; Daniela Colella; Paolo Corso; Barbara De Gaetano; Salvatore De Leo; Giuliana Gravino; Salvatore Mangiacapra; Veronica Mele; Mariachiara Nardelli; Michele Pedata; Nicla Salve e Rosaria Truppo. I costumi, poi, sono curati da Gina Oliva, mentre la produzione è a cura del Nostos Teatro.
Aemorragia chiude la rassegna Approdi
Maestria e passione si fondono nello spettacolo per dare vita a una narrazione intensa che affronta tematiche complesse. Mentre si susseguono le rappresentazioni a conclusione dei laboratori di recitazione, è fondamentale riflettere su Aemorragia, uno spettacolo che ha chiuso la rassegna Approdi del Nostos Teatro.
Liberamente tratto dall’opera Calderón di Pier Paolo Pasolini, lo spettacolo esplora gli effetti degli abusi perpetrati dal potere che, per preservare lo status quo, compie una serie di coercizioni per normalizzare gli elementi dissonanti. Pasolini si ispira all’opera di Calderón de la Barca, ma sovverte i parametri, trasformandola in un testo anti-utopico e distopico, un vero e proprio incubo ad occhi aperti.
La protagonista, Rosaura, cade in un sonno profondo e si risveglia in tre epoche e in tre diverse condizioni sociali, tutte accomunate dall’essere intrappolate, vessate da pregiudizi e stereotipi. I personaggi che la circondano si sforzano di “normalizzarla”, persuadendola che accettare la sua situazione sia l’unica scelta praticabile e sensata per evitare di impazzire davanti a una realtà senza via d’uscita. Tuttavia, Rosaura desidera essere diversa e rivendica con forza il diritto di sentirsi viva. Rifiuta di conformarsi a ciò che dovrebbe rimanere invariato, perché “si è sempre fatto così“. La sua ribellione alle etichette imposte dalla società significa uscire dal gruppo e rinnegarlo, cercando disperatamente di emanciparsi dal bisogno di appartenenza.
Per coloro che sono perfettamente allineati, la sola vita possibile è quella che s’inserisce all’interno della norma, delle regole sociali dominanti. In questa rappresentazione, i due personaggi ridotti al rango di manichini e macchine anatomiche rotte, che si attribuiscono abusivamente lo status di padre e madre, appaiono malati e in decadenza, rappresentando un tempo superato secondo la visione di Pasolini.
L’amore che sfida il potere
Aemorragia esplora il tema dell’amore incestuoso, disperato e impossibile in tutte e tre le epoche rappresentate. Questo sentimento puro si fa strada nonostante la bruttezza e il marciume etico che lo circondano. La dinamica di rispecchiamento e riconoscimento tra i personaggi cerca di sfidare, fino alle estreme conseguenze, l’ordine costituito e imposto coercitivamente.
Un’atmosfera noir
Il contesto scenico di Aemorragia è profondamente noir, onirico e distopico. I personaggi prendono vita grazie alle abili interpretazioni degli attori, che li trasformano in zombie viventi, privi di spirito critico e slancio vitale. Le azioni, i gesti e le conversazioni sembrano meccaniche e ossessive, privi di qualsiasi forma di critica.
L’illuminazione svolge un ruolo fondamentale nello spettacolo, creando un dialogo allucinato tra il mondo reale e quello onirico. Il sapiente utilizzo delle luci trasforma oggetti quotidiani come una lampada da scrivania o da soggiorno in elementi scenografici cruciali per creare un effetto inquietante e quasi orrorifico. Si gioca con le ombre e i contrasti, conferendo alla scena un carattere drammatico e tetro.
La chiusa dello spettacolo vede il coro circondare la protagonista mostrando al pubblico delle schegge di specchi. Questo gesto simbolico rappresenta il fatto che ognuno di noi è afflitto da pregiudizi, spesso senza rendersene conto, e intrappolato in gabbie sociali. Alcuni specchi sembrano trasudare lacrime, forse le lacrime di coloro che hanno cercato di ribellarsi a un universo di senso e significato, pagandone amaramente le conseguenze.
In conclusione, Aemorragia rappresenta uno spettacolo coinvolgente che esplora tematiche profonde e attuali. Con la sua regia incisiva, Dimitri Tetta porta in scena un’interpretazione originale dell’opera di Pier Paolo Pasolini, sovvertendone i parametri e offrendo al pubblico un’esperienza teatrale intensa. Gli attori trasmettono con maestria le emozioni dei personaggi, creando una narrazione avvincente e provocatoria. Aemorragia è un’opera teatrale che invita gli spettatori a riflettere sulla società, sui suoi meccanismi di potere e sulle restrizioni imposte dalla normalità.
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