“Caracas”, il nuovo film di Marco D’Amore con Toni Servillo
Sono iniziate le riprese di Caracas, il nuovo film di Marco D’Amore giunto alla sua terza pellicola come regista, dopo aver diretto L’immortale e Napoli magica. Partito da piazza Mercato, il set si sposterà tra diverse zone di Napoli e impegnerà il regista e il suo cast per sette settimane. Lo stesso D’Amore sarà protagonista del film, nei panni di Caracas, e al suo fianco avrà Toni Servillo nel ruolo dello scrittore Giordano Fonte.
Prodotto da Picomedia, Mad Entertainment e Vision Distribution, che distribuirà il film in Italia, Caracas è tratto dal romanzo di Ermanno Rea, Napoli Ferrovia. Nel libro, l’io narrante è un vecchio giornalista e scrittore che torna a Napoli dopo tanti anni; e qui ritrova Caracas, un 50enne di origini venezuelane diventato re della zona Stazione.
La trama di Caracas
Dunque, è questo incontro il motore della storia anche nel film. Così, Giordano Fonte, un autore napoletano di fama internazionale, tornato nella sua città natale dopo molti anni, incrocia un ex conoscente soprannominato Caracas; un uomo, originario del Venezuela, che dopo essere stato uno skinhead neofascista sta per convertirsi all’Islam.
Inizia da qui un viaggio nella città portuale multietnica e dominata dal crimine, dove Caracas detta legge nell’area della stazione centrale di Napoli. C’è, poi, una sottotrama che riguarda l’improbabile storia d’amore tra Caracas e Yasmina, una giovane donna che ha problemi di droga.
«Caracas è figlio del nostro tempo, solo e perso, alla ricerca di una verità sull’esistenza che non riesce a trovare – ha spiegato Marco D’Amore presentando il suo nuovo progetto cinematografico –. Lui è il Cristo della Stazione, l’ultimo di una razza morente; odia il mare e maledice Napoli tra i denti».
Poi l’attore e regista aggiunge: «La sua Napoli è una città abbandonata, rovinata e bella; maltrattata e sfacciatamente schietta, ma dannata. Napoli non è Napoli. È un barrio sudamericano, una favela brasiliana, una baraccopoli indiana. Eppure nei vicoli di questa Babele, nell’umidità delle sue strade, tutti sentono di poter realizzare i propri sogni e possono danzare invischiati dalla passione». E conclude: «Tutti sperano di non perdersi per salvarsi. Tutti, anche Caracas e Giordano, sognano di poter aprire gli occhi dopo un incubo e vedere, dopo il buio della notte, un giorno pieno di luce».
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