Chiacchiere di Carnevale: storia, leggenda e una ricetta
Le chiacchiere di Carnevale sono di sicuro il dolce più gettonato in questa fase dell’anno. Infatti, ormai manca solo una settimana al martedì grasso, che nel 2022 capiterà il primo marzo, e in tanti hanno già rispolverato la vecchia ricetta, tramandata da generazioni, per farle in casa; altri ne cercheranno su internet una versione più originale; altri ancora, non avendo proprio tempo di impastare e friggere, ne ordineranno una bella quantità al loro pasticcere di fiducia.
Eppure non tutti sanno che le chiacchiere di Carnevale vengono da molto lontano, addirittura già gli antichi romani le preparavano. Loro le chiamavano con un altro nome, mentre quello con cui le conosciamo oggi pare gli sia stato attribuito per merito proprio di un cuoco napoletano. Ma questo dolce, semplice e gustoso, è chiamato in tanti modi diversi, che cambiano di regione in regione, a volte anche di provincia in provincia. E, andando su e giù per l’Italia, potremmo sentir parlare di frappe, cenci, frittelle e così via. Ma il più diffuso è sicuramente quello di chiacchiere.
Storia e leggenda delle chiacchiere di Carnevale
Invece, i romani le chiamavano frictilia, un impasto di uova e farina da cui ricavavano strisce che friggevano con il grasso di maiale. Questi dolci erano preparati durante i saturnali, che erano un periodo di festività molto simile al nostro Carnevale. E, considerato che non richiedevano molto tempo e denaro per prepararle, di queste frictilia c’era l’abitudine di cucinarne grandi quantità e distribuirle per strada alla gente festante.
Ma ci sono voluti quasi 2.000 anni perché le frictilia romane assumessero il nome di chiacchiere. Infatti, la leggenda narra che, durante una chiacchierata con delle sue amiche, la regina Margherita di Savoia (proprio quella a cui è dedicata la famosa pizza) chiese al cuoco di corte di prepararle qualcosa di dolce per placare un leggero languorino. Allora, Raffaele Esposito le fece portare un piatto di frittelle cosparse di zucchero. E quel dolce ebbe così tanto successo, anche tra le sue ospiti, che la regina volle si chiamasse chiacchiera, in onore di quell’incontro con le amiche.
La ricetta di Sal De Riso
Delle chiacchiere di Carnevale ne esistono diverse versioni e la differenza non è solo nel nome. C’è chi le propone al forno anziché fritte, c’è chi le fa senza uova nell’impasto e c’è chi ci aggiunge un tipo di liquore piuttosto che un altro, per non parlare degli aromi. Insomma, questo dolce lo si può preparare in mille modi differenti, noi qui vogliamo proporre la versione del noto chef di Amalfi, Sal De Riso, che la illustra in questo video realizzato per il Corriere della Sera.
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