Ciccio Merolla suona “Future Music” al Campania Teatro Festival
L’appuntamento è fissato per stasera alle 21, al Teatro Nuovo, dove Ciccio Merolla porterà lo spettacolo Future Music special Edition per il Campania Teatro Festival. E sul palco con lui ci saranno Pietro Condorelli, Davide Afzal e Arturo Caccavale; un quartetto fenomenale dal groove coinvolgente, che accompagnerà anche i monologhi ritmici dello stesso Merolla. Monologhi che cuciono storie tra le note e danno voce agli ultimi del mondo, quelli messi ai margini dalla vita.
Così, le parole dell’attore e musicista si fonderanno con le sonorità del basso di Afzal, della chitarra di Condorelli e della tromba di Caccavale, dando vita a uno show che sfugge a ogni etichetta. Infatti, tutti i musicisti in campo offrono performance fuori dal comune, investendo il pubblico con suoni caldi e tempestosi. Ma Future Music, di cui regia e spazio scenico sono curati da Raffaele Florio, è soprattutto un omaggio a grandi artisti come Ryūichi Sakamoto, Pino Daniele, Rino Zurzolo e Gianluigi di Franco.
Ciccio Merolla presenta Future Music special Edition
Dunque, quella che andrà in scena stasera è una versione speciale di Future Music realizzata in occasione del Campania Teatro Festival.
«Sono molto felice di parteciparvi – afferma Ciccio Merolla –. È una vetrina importante per il nostro territorio e, al tempo stesso, è un momento di ripartenza per l’intero comparto spettacoli. La regia dello spettacolo è affidata a Raffaele Di Florio, un artista con cui ho condiviso numerose esperienze, una tra tutte, Sonosolosuono, il mio one man show, uno dei momenti fondamentali della mia carriera artistica».
Poi l’artista si dice entusiasta anche dei compagni di viaggio che lo affiancheranno stasera: «Sono musicisti straordinari – sostiene –. Con loro c’è un’intesa eccezionale e abbiamo lo stesso intento: mostrare quello che la musica può fare». E la musica può avere davvero un grande potere in certi casi: «Può far sentire bene; può risollevare da un brutto momento; può far sorridere e riflettere. E può diffondere amore, che in questo caso significa benessere. E mai come adesso ce n’è un gran bisogno per una giusta ripartenza».
La musica e l’impegno nel sociale del percussionista
Ma ripartenza vuol dire anche essere consapevoli di affidare all’arte un ruolo fondamentale: «La musica per me è sempre stata un motore per muovere sinergie in molti campi. E tra questi c’è sicuramente l’impegno nel sociale. In particolare, personalmente mi sono sempre dedicato ai ragazzi delle periferie o a chi non poteva permettersi il lusso di poter apprendere uno strumento. Purtroppo, imparare a suonare è spesso ancora un’attività da cui molti sono esclusi, come le categorie economicamente svantaggiate. Ma proprio le percussioni sono uno strumento alla portata di tutti, perché si può imparare a suonare usando gli oggetti quotidiani, come ho fatto io. E si può partire davvero con il minimo che si trova in casa: una pentola, un vaso, una sedia e così via».
Ma ai ragazzi Merolla non insegna a suonare solo gli oggetti: «Le stesse mani e il corpo suonano davvero bene – fa notare –. E sono molto felice di poter trasferire un po’ della mia conoscenza alle nuove generazioni».
Due progetti che lo vedono protagonista
Un lavoro che il musicista svolge attraverso due progetti di cui è protagonista: «Il primo è Portami là Fuori, ideato da Lucariello per i ragazzi del carcere di Airola. E in questo caso i ragazzi hanno studiato dei testi teatrali, ci hanno messo le mani e poi hanno portato in scena l’Amleto Principe di Airola. E poi, dopo anni di lavoro, si sono messi alla prova con il rap e le percussioni. Inoltre, ci sono stati dei laboratori che gli hanno permesso di catapultarsi sul palco nei panni di attori, musicisti e cantanti. Un’esperienza di cui sono molto fiero».
L’altro progetto, invece, lo vede impegnato a Scampia: «Lì, sempre con un gruppo di minori stiamo, registrando un disco. Si tratta di un lavoro molto articolato che sta progredendo grazie alla tenacia di padre Eraldo. E sono certo che sarà una bella sorpresa».
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