“Creiamo sorellanza”, lo sportello D.I.A.NA. apre al centro di Napoli
Sabato 11 giugno in vico Lepre ai Ventaglieri s’inaugura lo sportello d’ascolto e consulenza legale D.I.A.NA. – Donne In Azione Napoli. E per l’occasione è stato organizzato l’evento Creiamo sorellanza, un momento di racconto e socialità all’insegna della musica e della femminilità.
Infatti, la struttura nasce con l’intento di raccogliere il più possibile storie silenziose di donne e soggettività non binarie che non hanno voce per chiedere aiuto. Queste persone potranno trovare al centro storico uno spazio accogliente e sicuro in cui sentirsi libere di essere ciò che si vuole. E non a caso lo sportello Diana si trova in zona Montesanto, un luogo pieno di contraddizioni e storie di vita complesse e difficili da raccontare che caratterizzano gran parte della città.
Creiamo sorellanza, un momento di racconto e socialità
Perciò per presentare il nuovo sportello alla comunità è stato organizzato l’evento Creiamo sorellanza; una serata di musica per connettere chi individua in questo nuovo spazio un luogo di liberazione, coraggio e consapevolezza.
Dunque, l’appuntamento è fissato per sabato 11 giugno alle 18 nella parte bassa del Parco Ventaglieri. E per ora hanno aderito all’iniziativa la cantautrice Federica Ottombrino e la dj Loonia. Inoltre, ci saranno gli stand del mercatino artigianale e altre performance. E, dopo la presentazione dei servizi offerti dallo sportello, si ballerà fino alle 23.45. Perché «se non posso ballare, non è la mia rivoluzione», recita il motto che chiude la descrizione dell’evento su Facebook.
L’esperienza personale di Federica Ottombrino
Da sempre attiva nella difesa dei diritti della comunità Lgbtq e delle donne, nell’annunciare la sua partecipazione a Creiamo sorellanza, Federica Ottombrino ha voluto raccontare un episodio spiacevole vissuto tempo fa.
«Ho vissuto il centro storico di Napoli per 10 anni e sono sempre uscita da sola – scrive l’artista su Facebook –. Tornando a casa, sono stata sempre verbalmente accompagnata da battute, frasi, commenti più o meno simpatici rispetto all’abbigliamento e al mio essere donna. Mi sono sempre sentita un po’ in pericolo: gambe strette e corsa nei vicoli scuri con le chiavi di casa già pronte in mano».
E continua: «Ma la violenza degli ultimi anni mi sembra addirittura peggiore. Qualche mese fa sono stata seguita da un ragazzo che insistentemente mi chiedeva di avere rapporti con lui. Tutta questa scena davanti ad altre persone immobili. A nulla è servito il mio fermarlo e guardarlo negli occhi, spiegandogli che dovevo tornare a casa, che mi stava infastidendo e spaventando. Poco più avanti, l’unica salvezza è stata affiancarmi a un altro ragazzo, chiedendogli di fare la strada insieme. E lui mi ha offerto un passaggio col motorino fino alla mia auto».
A questo punto il pericolo sembra scampato, ma non è così: «Salita sul motorino, quello che pensavo fosse il mio salvatore ha iniziato a fare una strada diversa da quella prevista. E allora quasi mi sono lanciata giù dal mezzo, iniziando a correre verso la mia macchina. E lì, chiusa dentro, respiro affannato, non ho mai avuto così paura. Non mi sono mai sentita così scoperta, fragile. Ma la cosa peggiore è che, quando ho raccontato questa storia, le risposte sono state: “Vabbè, ma è normale: tu da sola, alle 2 di notte al centro…“».
Un’esperienza che ha segnato molto Federica: «Dovremmo riflettere tutti su questa frase, quante di noi se la sono sentita dire? Perciò, quando mi hanno invitata a questo evento dell’11 giugno per promuovere uno sportello antiviolenza, per promuovere Creiamo sorellanza, ho detto subito: “Io ci sto!”. Perché è importante parlarne, creare legami, immaginare soluzioni, diffondere cultura. Tutto ciò che possiamo fare. Ci vediamo sabato, tutte presenti».
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