Crisi in Ucraina: Napoli pronta ad accogliere i profughi
Napoli si prepara ad accogliere i primi profughi conseguenza della crisi in Ucraina. In questo senso, il sindaco, Gaetano Manfredi, ha informato il Consiglio comunale che si stanno intraprendendo tutte le iniziative atte a fronteggiare l’emergenza umanitaria prodotta dall’invasione della giovane repubblica dell’Est da parte delle truppe russe.
Il primo cittadino ha anche assicurato l’Assemblea di essere costantemente in contatto con l’Anci, la Prefettura e il ministero degli Interni per coordinare insieme alle istituzioni nazionali ed europee le azioni da mettere in campo per sostenere i profughi ucraini.
La crisi in Ucraina potrebbe causare l’esodo di milioni di persone
Per adesso si calcola che sono circa 200mila le persone in fuga dall’ucraina. Ma le organizzazioni umanitarie internazionali prevedono che potrebbero arrivare fino a 2 milioni. Di questi l’Italia dovrebbe accoglierne il 13 per cento, come sancito dagli accordi firmati con gli altri Statti membri dell’Ue. E anche Napoli dovrà fare la sua parte.
«La comunità ucraina ha una forte presenza nella nostra area metropolitana, perciò ci saranno tanti che vorranno ricongiungersi ai loro familiari – ha dichiarato Manfredi ai microfoni della Tgr Campania –. Quindi stiamo preparando tutte le procedure burocratiche per accelerare le pratiche».
L’Ue pensa a un provvedimento mai attuato in passato
L’idea in sede Ue è quella di rilasciare ai profughi provenienti dall’Ucraina, che vogliono rifugiarsi in uno degli Stati membri, un permesso di soggiorno speciale. Un documento che sarà valido per un anno ed estendibile anche per il secondo. Questo sarà possibile, riconoscendo automaticamente agli ucraini in fuga dal loro paese lo status di rifugiati politici; un provvedimento mai attuato in passato, nemmeno di fronte alla crisi umanitaria siriana.
Inoltre, la stessa Ue dovrebbe stanziare un miliardo di euro per aiutare i paesi membri nell’accoglienza delle persone; ma anche per intensificare i controlli ed evitare che passino il confine evasi dalle carceri, terroristi e spie. La fetta più grossa di questi soldi andrebbero ai paesi confinanti con l’Ucraina, dove si stanno concentrando maggiormente i rifugiati. Ma questi sono gli stessi Stati che si rifiutavano di partecipare alla redistribuzione degli immigrati dall’Africa e dal Medio Oriente che sbarcavano sulle coste greche, maltesi, italiane e spagnole.
Ora, per accedere a questi fondi, paesi come Ungheria, Polonia e Romania dovranno rivedere le loro posizioni contrarie a una distribuzione omogenea degli immigrati tra tutti i membri dell’Unione Europea. Almeno questa è la speranza.
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