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Giuseppe Sbrescia, l’oltraggio No vax dopo la morte per polmonite

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«Lui c’insultava quand’era vivo, ora che è morto non pretendete rispetto nei suoi confronti». È quello che più o meno rispondono i no vax agli amici di Giuseppe Sbrescia che chiedono di smetterla con i commenti irriverenti sotto certi suoi post di Facebook; ma è una richiesta che cade miseramente nel vuoto. Così da tre giorni, da quando si è diffusa la notizia della scomparsa del giornalista, impiegato prima nello staff del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e poi in quello dell’assessora al Lavoro e ai Giovani, Chiara Marciani, l’astio nei suoi confronti da parte di chi è contro il vaccino anti Covid non si placa.

E ad attirare gli strali dei no vax sono le posizioni pro vaccino di Giuseppe Sbrescia, che su Facebook spesso, tra il 2020 e il 2022, pubblicava post in cui evidenziava gli effetti positivi del siero nella battaglia contro il Covid; mentre ironizzava su quanti, sostenendo che portasse gravissimi effetti collaterali e che la pandemia fosse frutto di un complotto, erano contro la campagna vaccinale.

Giuseppe Sbrescia è morto per una polmonite

Ovviamente, il 37enne non pubblicava solo post sul Covid, ma, scorrendo la sua bacheca, si può notare che toccava tanti altri argomenti, spesso legati al suo impiego al Comune di Napoli. Poi un paio di mesi fa Giuseppe Sbrescia ha cominciato a star male, tanto da richiedere il ricovero prima al pronto soccorso dell’ospedale Pellegrini e, in seguito, al reparto di malattie respiratorie del Monaldi.

Era stato lo stesso giovane a raccontare la disavventura che stava vivendo, pubblicando due post, corredati di fotografie, datati 24 e 26 gennaio. Nelle due immagini Giuseppe Sbrescia appare intubato nel letto d’ospedale, ma afferma di essere in ripresa: «Ho riflettuto un po’ prima di fare questo post – scriveva il 24 gennaio –. Ma in fondo sui social si racconta un po’ tutto e le notizie corrono. Sono ricoverato da domenica in ospedale per una polmonite che mi ha provocato un blocco respiratorio. Ora sono con ossigeno e antibiotici. Inizia, forse, ad andare meglio». E continuava: «Voglio lanciare un messaggio di prevenzione e cura: non vi trascurate, la salute è importante. Non sottovalutate i segnali che il corpo dà. Non pensate di poter essere invincibili, dopo ti viene presentato il conto. Meglio intervenire subito che doverlo fare per emergenza. Conto di tornare tra qualche giorno».

Invece, le sue condizioni di salute sono peggiorate progressivamente e il 3 marzo il giovane è spirato, a poco più di un mese di distanza dalla pubblicazione di quel post. Purtroppo, la polmonite era stata causata da un batterio, probabilmente quello della legionella, che aveva causato già parecchi danni prima che i medici intervenissero.

L’oltraggio dei no vax

Appena diffusasi la notizia della sua scomparsa, decine di no vax si sono precipitati a commentare proprio quelle due foto condivise a gennaio, gli ultimi due post pubblicati dal giornalista. E gli interventi sono irriverenti, quasi tutti tendenti a sottolineare come un convinto sostenitore del vaccino sia morto per una polmonite. Qualcuno, poi, non si esime dal fare battute sull’infausto destino toccato a Giuseppe Sbrescia.

«Ma tu pensa che tragedia – ironizza Sabrina Gallo –. Un sistema immunitario così rafforzato non avrebbe mai potuto dare simili e migliori risultati. Aspetto gli amici che la pensavano come lui. Noi dall’altra parte del mondo, purtroppo, stiamo benissimo». Dello stesso tono il commento di Andrea Varvello: «Ma non hanno provato a tirarlo per i capelli con la 4a? Mi sembra di capire che si sia fermato alla 3a».

E agli amici di Giuseppe che provano a stigmatizzare questi interventi, c’è chi risponde: «Il tuo amico conosceva la pietà e l’umanità? Se così fosse, la sua bacheca non sarebbe così piena di commenti sarcastici. Suvvia, un po’ di obiettività». Ma questi sono solo pochi esempi, che però ben rappresentano il clima ostile che caratterizza gran parte dei commenti. E c’è perfino chi arriva a esultare per a morte del ragazzo.

Collage degli screen shot  dei post di Giuseppe Sbrescia contestati dai no vax
Collage degli screen shot dei post di Giuseppe Sbrescia contestati dai no vax

I post contestati a Giuseppe

Dunque, i no vax starebbero facendo scontare a Giuseppe Sbrescia, ora che è morto, i post in cui commentava con ironia e sarcasmo ciò che avveniva durante la pandemia. In particolare, i suoi detrattori gli contestano un intervento, datato 3 gennaio 2022: «Comunque, il Covid una cosa positiva l’ha avuta: ha fatto emergere tutti gli idioti, complottisti in generale gente scema presente sul globo».

Infatti, lo screen shot di questo post, insieme ad altri, viene incollato a ripetizione tra il migliaio di commenti che ancora in queste ore si stanno affollando sotto le due fotografie condivise a gennaio dal giornalista. Peccato che proprio questo post, il più offensivo nei riguardi dei no vax tra quelli evidenziati, facendo una ricerca tra quelli pubblicati da Giuseppe, sia sparito dalla sua bacheca. È stato cancellato o è un fake creato ad arte per giustificare l’ignobile oltraggio alla memoria del ragazzo? Una domanda a cui dovrebbero rispondere le autorità, magari aprendo un’indagine su quanto sta accadendo. Forse è l’unico modo per fermare l’ondata d’odio che sta investendo non solo Giuseppe Sbrescia, ma anche gli amici e la famiglia.

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Gennaro Morra

Nato e cresciuto a Napoli, dove vivo attualmente, ho studiato informatica e sociologia. Ho tante passioni, ma quella che coltivo di più è la scrittura in tutte le sue forme. Sono giornalista pubblicista e ho all’attivo un romanzo, una raccolta di poesie, alcuni testi per canzoni, diversi premi vinti in concorsi di poesia e narrativa, collaborazioni con Repubblica Napoli e il Mattino.

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