“La misura”, il Collettivo LunAzione al Piccolo Bellini
Esiste la prova razionale e inconfutabile dell’esistenza dell’anima, tale da renderci certi di reincontrare chi amiamo in un’altra dimensione? Esiste una misura del proprio dolore che segna la distanza con la persona amata ed è capace di quantificare l’intensità della pena generata dal distacco? Cercano di rispondere a tutte queste domande i membri del Collettivo LunAzione in scena da martedì 2 maggio a domenica 7 maggio al teatro Piccolo Bellini con lo spettacolo La misura, diretto da Edoardo Di Pietro. E a dare corpo alla sua narrazione sono Martina di Leva e Marco Montecatino.
L’espediente narrativo è quello legato al caso di Italo Spinelli che, a oltre 80 anni, dopo la perdita della moglie, decide di iscriversi all’università. Per lui, però, il percorso universitario è soltanto un modo attraverso il quale cerca di trovare una misura, all’insegna di ragione e logica, dell’imponderabile. Un tentativo che lo rende un eroe tragico perché è destinato al fallimento, ma è nondimeno necessario. Infatti, benché i filosofi si siano interrogati molto sulla natura e sull’esistenza dell’anima quale tema connesso a quello della morte, non c’è alcuna certezza razionale e matematica in merito e non vi è una risposta univoca a una serie di domande più complesse e più ampie sulla condizione umana.
Uno spettacolo tra prosa e teatro di figura
«Il rapporto con il dopo è un qualcosa di imprescindibile – sottolinea Edoardo Di Pietro –. È così anche per chi non crede, anche se alla fine si arrivasse alla conclusione che dopo non esiste nulla».
Concepita due anni fa, l’opera La misura è stata finalista nella rassegna Il Teatro del Sacro e racconta due storie parallele: quella di Italo Spinelli e quella dell’attore protagonista, Marco Montecatino, anche lui colpito da una grave perdita. Nel corso di questo lasso di tempo, poi, lo spettacolo è stato ristrutturato profondamente, tanto che oggi ha cambiato completamente pelle.
Adesso alla prosa si affianca il teatro di figura, in cui un essere umano dialoga con essere animato che rappresenta l’anima. Così vengono generati effetti di straniamento perché l’anima è rappresenta da qualcosa d’inanimato, che emette solo qualche verso disarticolato.
«Abbiamo forzato i limiti dell’illusione, ma l’impatto è così forte da far scomparire dalla percezione dello spettatore la presenza della marionetta, spostando lo sguardo e l’attenzione – spiega Marco Montecatino –. In questo modo il teatro diventa strumento di indagine».
La misura ha un registro stilistico leggero – comico e ironico insieme – e il pubblico è continuamente coinvolto attraverso un’interazione tra attore e spettatore che diventa fondante. E l’anima, di per sé impalpabile, diventa un oggetto fisico visibile che, però, è solo capace di fare cose: non ha parole, né retropensieri.
«Siamo ricorsi all’ironia e alla comicità, perché siamo convinti che il teatro debba avere una prospettiva popolare – evidenzia l’attore –. In questa maniera può essere fruibile trasversalmente, coinvolgendo non solo gli appassionati ma anche chi è del tutto estraneo a questo universo».
Ecco quando sarà in scena La misura
Ecco i giorni e gli orari in cui La Misura sarà in scena al teatro Piccolo Bellini:
martedì 2, giovedì 4 e venerdì 5 maggio ore 21;
mercoledì 3 maggio ore 18;
sabato 6 maggio ore 19.30;
domenica 7 maggio ore 18.30.
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