“Le madri non dormono mai”, il nuovo libro di Lorenzo Marone
S’intitola Le madri non dormono mai il nuovo libro di Lorenzo Marone pubblicato da Einaudi. Così, dopo i successi degli ultimi anni, lo scrittore napoletano torna in libreria con una storia corale ambientata in un Icam, un istituto a custodia attenuata per detenute madri. Un romanzo diverso dai precedenti, che ha come protagonisti Diego, un bambino di nove anni, e sua madre, Miriam, costretti a vivere in un carcere speciale.
Infatti, arrestata per un reato che ha commesso, la donna viene rinchiusa in una struttura pensata per detenute che devono portarsi dentro anche i figli, troppo piccoli per essere abbandonati. Nell’Icam, però, il bambino vive una metamorfosi positiva inaspettata e il vero problema nasce quando, raggiunto il limite d’età, deve tornare alla vita “normale” fuori dal carcere. E, probabilmente, nonostante sia più grande e più forte di quand’è entrato, non è ancora pronto per affrontare il mondo là fuori.
Le madri non dormono mai, fotografia di un paradosso
«Sono in un momento della vita in cui sento il bisogno di raccontare gli ultimi – ha spiegato Marone, intervenendo a Mattina live, programma televisivo in onda su Canale 8 –. E tra gli ultimi ci sono certamente i carcerati e i bambini. Soprattutto questi, poi, ci siamo resi conto, in tempi recenti, quanta poca considerazione abbiano nella nostra società».
Ecco il motivo per cui Le madri non dormono mai è ambientato in un luogo dove proprio i bambini e i carcerati vivono in una sorta di limbo. Un posto di cui l’autore scrive con cognizione di causa.
«Conosco bene quei posti, perché ci sono stato – ha confidato lo scrittore –. Ne ho visitati alcuni con il mio amico Paolo Siani, che da onorevole ha presentato un disegno di legge per abolire gli Icam, sostituendoli con le case famiglia. Questo perché, anche se gli Icam sono concepiti come dei mini appartamenti, hanno comunque le grate alle finestre e le porte blindate. E non è il posto più sano dove far crescere un bambino. D’altro canto, però, specialmente nel caso di Diego, lì dentro spesso si riceve più attenzione e protezione da parte dello Stato di quando si sta fuori. E lì fuori il mondo è più difficile. È questa la situazione paradossale che fotografa il romanzo, senza dare giudizi di valore».
Un romanzo sulla libertà e sulla maternità
Ma Le madri non dormono mai non racconta solo le vicende umane di Diego e Miriam; ci sono anche le altre mamme e gli altri bambini, le guardie carcerarie, la psicologa.
«È innanzitutto un romanzo sulla libertà – ha spiegato ancora Lorenzo Marone –. Perché anche chi frequenta il carcere da individuo libero, come le guardie o la psicologa, poi si sente ugualmente ingabbiato nella propria vita. Ed è un po’ quello che succede a tutti noi, anche se non viviamo il carcere in nessun modo. E poi c’è il tema della maternità, quella di Miriam, che è segnata dalla terra da dove proviene. E fa da madre con l’odio dei maschi, non riuscendo a esprimere il suo amore verso il figlio. Ma comunque riesce a prendersene cura e a proteggerlo. E alla fine anche lei avrà un’evoluzione, proprio come Diego».
Lorenzo Marone cambia stile
A differenza dagli altri romanzi scritti da Marone, che pure avevano avuto molto successo, Le madri non dormono mai (acquistalo su Amazon e sostieni questo blog) ha un tono più serio e drammatico.
«Finora avevo scritto storie con lo stile della comedia, usando molto l’ironia – ammette l’autore –. Ma quando si toccano certi argomenti l’ironia bisogna metterla da parte, ci sono storie con cui non si può scherzare. Anche questo stile, però, sta piacendo molto e ne sono contento».
La fotografia di questo articolo è di Riccardo Piccirillo.
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