“Maradò”, Anna Copertino racconta Diego vissuto dal popolo

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Non è l’ennesimo libro che racconta il personaggio Diego Armando Maradona, ma questo Maradò – Viaggio emozionale nella Napoli di Maradona è una raccolta di testimonianze di persone che hanno vissuto il Pibe de Oro in modo diretto o indiretto. Così, il volume di Anna Copertino racconta un’epoca e una generazione; vite che sono state condizionate dalla presenza a Napoli del campione argentino per sette anni.

Ecco allora il motivo di quel titolo, Maradò, l’abbreviativo con cui i napoletani invocavano il loro messia, il semi Dio arrivato in città per riscattare un popolo attraverso il calcio. Maradona, infatti, non è stato soltanto un fenomeno sportivo, ma ha incarnato una fede. E in una Napoli ancora traumatizzata dal terremoto del 1980 e con i tentacoli della camorra sempre più stretti sulla città, Diego ha rappresentato la possibilità di poter essere felici, nonostante tutto.

Il Maradò di Anna Copertino

Una fede per un Dio pagano che i napoletani si tramandano di generazione in generazione, per cui anche chi all’epoca non era ancora nato o era troppo piccolo per comprendere, oggi ha un ricordo di famiglia legato a Maradona.

«Questo libro è come una bibbia e noi che abbiamo scritto di lui in queste pagine siamo suoi apostoli – spiega Giovanni Copertino, giornalista come la sorella Anna –. Raccontare di Diego a chi non l’ha potuto vivere è come insegnare la religione. E i ragazzi che oggi sanno tutto di lui e ne parlano, pur essendo nati dopo il 1990, portano avanti la tradizione. È come andare in chiesa e parlare di Dio senza averlo mai visto».

Pubblicato a gennaio da Homo Scrivens, il libro ha avuto un grande successo da subito con 480 copie venduta già in preordine. E prossimamente il volume sarà ristampato, aggiungendo altre storie che andranno a incrementare le attuali 160 pagine (acquistalo su Amazon e sostieni anche ilFattoNapoletano.it).

«L’idea è proprio quella di far crescere il libro, inserendo di volta in volta nuove testimonianze – spiega Anna Copertino –. Del resto, Maradò nasce dalla voglia di raccontare cos’è stato Diego per tutti noi. Perciò nel libro non ci sono solo interventi di giornalisti e addetti ai lavori, ma anche le storie di persone comuni. Per esempio, c’è il racconto di un venditore ambulante dell’epoca o un simpatico aneddoto legato alla lavatrice di Maradona. Questo perché a Napoli, se vai in giro a chiedere, chiunque può raccontarti un episodio, può descriverti un’emozione che ha a che fare con Diego. Per cui, tra qualche anno magari potremmo pubblicare anche un secondo volume».

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Gennaro Morra

Nato e cresciuto a Napoli, dove vivo attualmente, ho studiato informatica e sociologia. Ho tante passioni, ma quella che coltivo di più è la scrittura in tutte le sue forme. Sono giornalista pubblicista e ho all’attivo un romanzo, una raccolta di poesie, alcuni testi per canzoni, diversi premi vinti in concorsi di poesia e narrativa, collaborazioni con Repubblica Napoli e il Mattino.

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