Marta Cellamare porta i suoi diari di Nijinsky all’Asilo Filangieri

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Ha debuttato all’Asilo Filangieri, dove resterà in scena fino al 22 dicembre, lo spettacolo Studio sui diari di Nijinsky, tratto dagli scritti del ballerino Vaslav Nijinsky. E al progetto, nato sulla base di intuizione Marta Cellamare e che va definendosi in tempi e modi, si è appassionato anche il regista Riccardo Pisani, aggregandosi in corsa.

Lo strumento del diario, come sottolinea l’autrice e attrice, serve a immortalare, attraverso il segno scritto, una realtà di per sé transitoria e provvisoria, mortale, rendendola indelebile. Marta e Vaslav, attraverso lo strumento dei loro diari, forniscono la loro lettura della realtà e instaurano un dialogo attraverso lo spazio e il tempo che li avvicina, creando un legame di fratellanza nello spirito, animati dalle medesime vibrazioni.

Vaslav Nijinsky si presenta come un possibile salvatore

Nei suoi diari Njinsky affronta temi importanti come l’amore, l’amicizia, la famiglia, l’ambiente. E Marta, a sua volta, racconta di sé e si mette in gioco.

«Si tratta di una figura storica forte e carismatica che suscita sentimenti contrastanti di amore e di odio – spiega la Cellamare –. È altresì una figura profetica: un passo del suo diario, infatti, evidenzia che la terra andrà in putrefazione perché gli esseri umani sprecano e abusano delle risorse. Proprio per questo Vaslav si presenta come un possibile salvatore».

Nei diari s’intuisce l’eco di un delirio di onnipotenza. Infatti, Nijinsky fu sottoposto a diverse manicomializzazioni per schizofrenia, nevrosi, psicosi, dissociazioni di personalità.

Come già Antonio Ligabue, Nijinsky non associa se stesso agli esseri umani, ma ad altre forme vitali, in particolar modo agli animali. Infatti, immagina di trasformarsi in un pesce e di annaspare sulla terra.

Il suo rapporto con ciò che lo circonda è intenso, viscerale, animale, profondamente fisico. Ma, allo stesso tempo vive una sorta di scollamento tra sé e il mono che gli gira intorno.

Marta Cellamare racconta lo studio sui diari di Vaslav Nijinsky

Da questo lavoro di analisi e confronto nasce un testo adattabile sin da subito alla scena, in cui c’è molta ricerca sul corpo, sulla voce, sulla sonorità. Così, s’instaura un dialogo, all’insegna della contaminazione, tra musiche classiche, come quella di Debussy, e note contemporanee.

Lo spettacolo ha una struttura organizzata in articolazioni, in quadri, e in essa s’intrecciano in maniera fluida la parte musicale e quella testuale, dando vita a una sorta di balletto coreografato; un costante confronto alla ricerca di senso, che si muove tra le parole e il medium corporeo.

«C’è una ricerca consapevole dei punti di contatto e di quelli di contrasto, di attrito, dato che i diari di Nijinsky sono trasposti in un’altra epoca – spiega Marta Cellamare –. I diari di per sé sono lo scrigno della memoria e del vissuto. E la rappresentazione possiede un’intrinseca ritmicità e una forte metrica».

È una storia di contrasti e di contraddizioni portate in scena, dato che il personaggio vive in una dimensione onirica, dove si sente intrappolato come in una teca.

«Si tratta di un dialogo a due voci – spiega ancora l’autrice e attrice –. Alla fine resta una certa ambiguità voluta sulla linea di demarcazione tra le riflessioni dell’uno e dell’altra. Pensieri anche molto intimi e personali».

Il viaggio di Cellamare e Pisani continua

Dopo il debutto all’Asilo Filangieri di Napoli un nuovo appuntamento è in programma per aprile a Bologna.

«Ancora non si conosce la location – rivela Riccardo Pisani –. Quel che è certo è che il testo verrà riplasmato anche in base all’alchimia con il luogo che lo ospiterà».

Infatti, ogni volta la pièce messa in scena è il risultato di alcuni giorni di intense prove, secondo la formula della full immersion residenziale.

«Lo spettacolo sta assumendo una forma sempre più definita – spiega ancora il regista –. Attualmente si snoda attraverso 30 minuti e abbiamo definito anche un titolo: “Come un pesce sulla terra. Dialoghi con i diari di Vaslav Nijinsky“».

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Tania Sabatino

Classe 77, sono nata e cresciuta a Napoli, dove ho conseguito la laurea in sociologia e concluso un dottorato di ricerca. Sono giornalista pubblicista e in passato ho collaborato con il Roma e Il Denaro. Ho all'attivo diverse pubblicazioni e attualmente collaboro con vari blog.

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