Patrizio Rispo lancia una petizione per portare il teatro nelle carceri

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Una petizione per chiedere la calendarizzazione in Parlamento della Proposta di Legge che dispone la promozione e il sostegno delle attività teatrali negli istituti penitenziari. È questa l’ultima iniziativa lanciata da Patrizio Rispo, attore impegnato da sempre in progetti di valenza sociale. E in quest’occasione il protagonista di Un posto al sole ha aperto su Change.org una raccolta firme da far pervenire ai deputati e senatori italiani, sollecitandoli così a discutere quanto prima la Proposta di Legge nelle aule parlamentari.

Istituzionalizzare il teatro nelle carceri

Nota anche come PDL #teatroinognicarcere, la Proposta di Legge mira a portare il teatro in tutte le carceri italiane, istituzionalizzando un’attività che attualmente non ha un inquadramento normativo. Infatti, il teatro negli istituti penitenziari italiani è praticato da decenni, ma è affidato a volontari e/o professionisti coinvolti in maniera non continuativa; un impegno che dipende anche dalla volontà dei direttori delle carceri e dalla disponibilità dei fondi.

Eppure è statisticamente dimostrato che l’attività teatrale ha un impatto positivo sui detenuti, riducendone del 90 per cento la possibilità di tornare a delinquere. Per questo è importante realizzare una legge che istituisca laboratori teatrali in tutte le case circondariali italiane; in questo modo si offrirà ai detenuti e alle detenute uno strumento di formazione in grado di aiutarli a cambiare vita.

Un’iniziativa in cui Patrizio Rispo crede molto

La PDL #teatroinognicarcere è costituita da tre articoli con cui s’istituisce un Osservatorio Permanente sulle Attività Teatrali nelle carceri; s’invita a individuare in ogni istituto uno spazio adeguato dedicato a tali attività; si stabilisce la creazione di un fondo per il sostegno e la promozione di laboratori teatrali nelle case circondariali. Insomma, si tratta di una Proposta di Legge ben congeniata in cui Patrizio Rispo crede molto.

«Il teatro in carcere contribuisce a responsabilizzare l’individuo, a renderlo maggiormente consapevole di sé e del proprio contesto – scrive l’attore sulla pagina web dedicata alla petizione –. E poi aiuta a rasserenare il rapporto detenuto-agente, conferendo senso riabilitativo al tempo della detenzione. Inoltre, permette agli istituti di restituire alla società libera persone estremamente formate, professionalmente ed emotivamente».

Riconoscere al teatro una funzione sociale

Ma una legge di tale portata riconoscerebbe al teatro stesso – e all’arte in generale – un’importante funzione sociale, oltre che ricreativa. E a quel punto sarebbe chiaro il suo ruolo nell’emancipazione personale e collettiva.

«Il teatro è scambio, è crescita, è un modo e un luogo che può e deve vivere, specialmente negli spazi più difficili – scrive ancora Rispo –. Il carcere che finalmente apre le porte alla bellezza, che non rinchiude ma accoglie, che non punisce ma costruisce quanto più può, è il reale obiettivo di #teatroinognicarcere».

Ma il sostegno di Patrizio Rispo a questa iniziativa non ha motivazioni meramente professionali: «In qualità di attore e artista sono interessato all’avanzamento e al successo di questa Proposta; ma è in quanto cittadino che lancio questa petizione, affinché il teatro in carcere possa diventare argomento di dibattito pubblico, al di fuori di una specificità che è soltanto apparente. E invece riguarda tutti noi».

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Redazione ilFattoNapoletano.it

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