“Si ll’ammore è ‘o ccuntrario d’’a morte”, Raiz canta Sergio Bruni
Raiz, che lo scorso febbraio si è esibito in uno speciale concerto di presentazione al Teatro Trianon di Napoli, si prepara a partire in tournée in tutta Italia per presentare il suo ultimo progetto, Si ll’ammore è ‘o ccuntrario d”a morte. Il disco è una raccolta di alcune delle canzoni più significative di Sergio Bruni, una delle voci più rappresentative della musica partenopea.
Com’è successo per la registrazione dell’album, anche nei concerti Raiz sarà affiancato dai Radicanto (Giuseppe De Trizio, Adolfo La Volpe, Giovanni Chiapparino, Francesco De Palma e Giorgio Vendola). E con loro sarà in tour, dal 9 aprile ad Avellino, per poi replicare a Roma il 15 aprile. Successivamente, l’artista partenopeo porterà la sua musica in giro, a partire da giugno, con spettacoli a Milano, Napoli, Reggio Emilia, Taranto e in molte altre città. Le date saranno costantemente aggiornate e comunicate sui suoi canali social.
Raiz racconta Si ll’ammore è ‘o ccuntrario d’’a morte
Presente nel mondo dello spettacolo da oltre 30 anni, Gennaro Della Volpe (il nome all’anagrafe di Raiz) è un artista versatile, che ha saputo farsi apprezzare come cantante, scrittore e attore. Dopo l’esordio nella musica come frontman degli Almamegretta nei primi anni ‘90, già a inizio del nuovo secolo Raiz si mette in gioco anche come attore di cinema e teatro. In seguito lascia gli Almamegretta per intraprendere la carriera da solista; ma, dopo quattro album e svariate collaborazioni, nel 2013 si ricongiunge alla band. Nel 2021, poi, esordisce come scrittore, pubblicando la raccolta di racconti Il bacio di Brianna.
Attualmente è protagonista di Mare Fuori, nel ruolo di Don Salvatore Ricci, una serie giunta alla terza stagione, in onda su Raiplay dal 1° febbraio e visibile su Rai 2 a partire dal 15 febbraio. Ora torna al suo primo amore, la musica, con il disco Si ll’ammore è ‘o ccuntrario d”a morte.
«Ho sempre cantato Sergio Bruni, o meglio: lui ha sempre cantato dentro di me – ricorda l’artista in merito al suo ultimo lavoro discografico –. La sua musica ha attraversato la mia infanzia, accompagnando gioie e dolori della mia famiglia; le sue canzoni appartengono alla collettività dei napoletani». E continua: «Il mio tributo dunque va oltre quello dovuto all’immenso artista: questo album è un omaggio al mondo che mi ha generato e donato tutti i mezzi espressivi. Ho registrato questi brani con un rispetto quasi religioso, un ringraziamento alla mia città attraverso l’opera di uno dei suoi artisti più rappresentativi. È stato un viaggio non sempre facile, poiché le emozioni che queste composizioni evocano sono forti: il solo indugiare su alcune note mi ha riportato al tempo della mia fanciullezza e possibilmente ancora più indietro, fino a toccare il cuore delle generazioni che mi hanno preceduto».
Insomma, più che un disco tributo questo Si ll’ammore è ‘o ccuntrario d’’a morte è un atto d’amore nei confronti di una città e di un popolo: «Oggi mi sento più completo e in pace, come chi compie un dovere a lungo disatteso – afferma Raiz –. Grazie dunque a Sergio Bruni e grazie a Napoli: madre, amante, dea». E conclude: «Questo album è dedicato alla memoria di mia madre Anna Esposito, senza la quale non avrei saputo cantare neanche una parola, e alla vita di mia figlia Lea, alla quale spero di saper trasmettere l’amore per questa musica».
La figura di Sergio Bruni
Sergio Bruni, il cui vero nome era Guglielmo Chianese, è conosciuto anche come ‘A voce ‘e Napule per la sua capacità di rappresentare con la sua musica tutto il popolo napoletano, dai ceti più ricchi alla classe operaia. Ha partecipato al Festival di Napoli 12 volte, vincendo due volte con Marechiaro marechiaro e Bella.
Nel 1960 debutta al Festival di Sanremo con Joe Sentieri e Giorgio Consolini, classificandosi rispettivamente al 5° e al 6° posto con le canzoni È mezzanotte e Il mare. Il sodalizio con il poeta Salvatore Palomba, poi, è stato fondamentale per la creazione di alcune delle sue canzoni più famose, come Carmela (Si ll’ammore è ‘o ccuntrario d”a morte è un verso proprio di questo brano) del 1976 e l’album Una voce una città del 1980, dov’è presente È asciuto pazzo ‘o patrone, una poesia di Eduardo De Filippo.
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