Vesuvio tricolore, no all’eruzione coreografica per la festa scudetto
La coreografia per simulare un’eruzione del Vesuvio tricolore non sarà realizzata. Troppo corti i tempi per ottenere tutte le autorizzazioni necessarie e troppo costosa l’intera operazione. Dunque, è stata bocciata sul nascere la proposta avanzata da un gruppo di tifosi, che voleva celebrare così il Napoli campione d’Italia per la terza volta nella sua storia calcistica. E per questo aveva già avviato una raccolta fondi.
Un’idea suggestiva, ma non proprio originale, che aveva incontrato subito l’opposizione delle associazioni ambientaliste che operano nell’area. Gli attivisti, infatti, avevano immediatamente evidenziato la pericolosità di accendere migliaia di fumogeni intorno al cratere del vulcano, il cui ecosistema sta trovando un fragile equilibrio dopo il tragico incendio del 2017. E con tali motivazioni si erano rivolti a tutte le autorità competenti, chiedendo di bloccare l’iniziativa.
Il commissario De Luca dice no al Vesuvio tricolore
Così, oggi sono arrivate le dichiarazioni di Raffaele De Luca, commissario straordinario del Parco Nazionale del Vesuvio, che ha stroncato sul nascere l’ambizioso progetto.
«Al momento non è arrivata nessuna richiesta al riguardo al nostro Ente – ha dichiarato il commissario, intervenendo a La Radiazza –. Tra l’altro, se pure queste richieste ci giungessero, per ottenere le dovute autorizzazioni, ci sarebbe bisogno di tutta una serie di studi di fattibilità per verificare l’impatto ambientale del progetto, così che costi e tempi lieviterebbero a dismisura. Quindi, per ora qualsiasi iniziativa del genere non è autorizzata dal Parco».
Insomma, sembra che il sogno di vedere l’eruzione del Vesuvio tricolore sia destinato a restare tale; al massimo ci si può togliere lo sfizio di realizzarlo virtualmente, chiedendo all’Intelligenza Artificiale di crearne un’immagine digitale, come abbiamo fatto noi di ilfattonapoletano.it. E chi non ci sta e vorrebbe forzare la mano sappia che la sorveglianza sarà aumentata.
«Scriverò una lettera al prefetto di Napoli perché venga presidiata maggiormente la zona, che, comunque, è già sufficientemente sorvegliata – ha riferito De Luca ai conduttori, Gianni Simioli e Serena Li Calzi –. Del resto, anche se l’idea è molto suggestiva, dobbiamo prima di tutto preservare il Parco. Per realizzare un progetto del genere, bisognava partire mesi prima e non è detto che sarebbe andato in porto. Basti pensare che mesi fa ci contattò un’agenzia turistica internazionale, che per conto di uno sponsor voleva creare un evento; ma quando abbiamo manifestato quelli che sono i vincoli e i limiti che bisogna rispettare, l’interesse è scemato».
Il precedente del 1987
Come accennato in precedenza, l’idea di un’eruzione del Vesuvio tricolore non è originale. Già nel 1987, infatti, in occasione della conquista del primo scudetto, si provò a simulare una sbuffata verde, bianca e rossa da parte del vulcano attraverso l’accensione di fumogeni colorati.
L’evento fu realizzato alle 18 del 25 maggio del 1987, ma quel giorno c’era molta foschia e l’effetto tricolore si percepì appena, come dimostra un video girato all’epoca reperito su Youtube.
Ma quelli erano altri tempi, quando non c’era molta attenzione per l’ambiente e non ci si preoccupava degli effetti devastanti che avrebbe avuto un’azione del genere sull’ecosistema vesuviano. Oggi, invece, abbiamo ancora negli occhi gli enormi danni che provocò l’incendio di sei anni fa, distruggendo quasi 250 ettari di vegetazione nel Parco Nazionale del Vesuvio. E allora sarà meglio lasciare in pace il gigante che dorme, trovando nuove idee altrettanto suggestive, ma meno impattanti sull’ambiente, per celebrare questo terzo scudetto azzurro.
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